Skip to content Skip to footer

Antiche Cantine Migliaccio (LT)

Logo Francamente Vini

Il Vigneto

La località detta “Il Fieno”, fu scelta per la sua posizione geografica, esposta a sud e quindi al sole. Fu anche il primo avamposto coltivato a vigna. Nella parte della valle che guarda a nord, affiorava un banco di riolite bianca facile da lavorare ed idonea alla costruzione di cantine e rifugi per uomini ed animali.

Fu grazie a tali caratteristiche del territorio che iniziò l’antropizzazione della zona. Il vigneto deve il suo nome all’antica unità di misura utilizzata in epoca borbonica, la “catena” per l’appunto, che oggi è rimasta nel gergo comune a indicare le singole terrazze ma che all’epoca faceva riferimento ad un pezzo di terreno lungo all’incirca 90 metri.

Il nome evoca un forte legame con la storia dell’isola ma anche con la storia personale della famiglia, volendo menzionare in quel “nonno” le generazioni che hanno conservato e tramandato la cura e l’amore per quella terra.

https://www.antichecantinemigliaccio.it/

La Storia

Emanuele Vittorio nasce a Napoli. Il padre era un fervente antifascista e per questo motivo venne confinato sull’isola di Ponza. Ma come accade spesso, questo è uno di quegli imprevisti che cambiano la vita e non solo dei diretti protagonisti. È sull’isola che incontra e si innamora di Anna Civita Migliaccio, si sposano e si trasferiscono a Napoli. Emanuele vive i primi anni della sua infanzia nella città partenopea fino ai bombardamenti avvenuti tre il 1942 e il 1944, durante la seconda guerra mondiale. La famiglia Vittorio è costretta a trasferirsi sull’isola di Ponza dove Emanuele rimarrà fino al termine delle scuole primarie.

Tornerà a Napoli per concludere gli studi e successivamente avviare la sua attività di medico dentista. Ponza diventerà così il luogo delle vacanze dove, con il nonno Benedetto Migliaccio e la mamma Anna Civita, fare le prime vendemmie al Fieno e sarà inevitabile innamorarsi dell’isola e della sua natura selvaggia. Assorbito dalla sua fiorente attività e dagli impegni famigliari, le vendemmie diventano piano piano un ricordo d’infanzia. Sarà più per passatempo che per altro, con l’aiuto di alcuni amici, che quasi cinquant’anni dopo tornerà ad interessarsi dei vigneti di famiglia presenti sull’isola. Ma lui di vino ne sa ben poco e così pure di vigneti, pertanto decide di rivolgersi ad alcuni contadini ponzesi, Liberato, Luigino Mazzella, Giustino Mazzella e “Zio Aniello”. Il loro è un sapere antico, tramandato di generazione in generazione, senza grandi pretese né grandi conoscenze teoriche, figlio dell’esperienza diretta con il territorio e le sue difficili caratteristiche. Il tutto però funziona da secoli, forse il vino non è dei migliori e non si conserva a lungo, ma il vigneto è rigoglioso e produttivo. Per fare un prodotto di maggior qualità Emanuele si rende subito conto di aver bisogno di un enologo e a ricoprire tale ruolo viene chiamato Maurizio De Simone. La prima cosa da fare era individuare quali varietà fossero presenti sull’isola: per i contadini del luogo l’uva era bianca o nera, tanto bastava.

Dallo studio effettuato emerge che le varietà presenti sono quasi tutte di origine campana risalenti alla colonizzazione dell’Isola da parte dei Borbone avvenuta nella prima metà del 700, inoltre le ricerche in vigna portano alla scoperta di un ceppo particolarmente vecchio, diverso dagli altri e che vanta la bellezza di più di 200 anni. La scoperta che però genera maggior interesse è che il vigneto è interamente franco di piede e, seppur le viti non siano singolarmente databili, è certo che esistesse già da prima della colonizzazione. Ne abbiamo conferma dal documento che riporta l’assegnazione nel 1734 di un terreno vitato proprio a Pietro Migliaccio che fa riferimento proprio al terreno di proprietà del nostro Emanuele. La propagazione per propaggine ci fornisce la garanzia che, sebbene le viti non siano le stesse di allora, questo ci sembra ovvio, il vigneto ha conservato nel tempo il genoma antico e con esso la memoria di secoli di adattamento. Non ci si stupisca poi di trovare sull’isola anche vitigni di origine siciliana come il Moscato di Alessandria o il Grillo e la Malvasia; Ponza, infatti, per la sua posizione strategica è stata al centro dell’interesse di moltissime civiltà, ognuna delle quali ha apportato il suo contributo alla crescita e allo sviluppo della stessa. Emanuele si renderà conto fin da subito che allevare la vite e vinificare sull’isola è faticosissimo e richiede grande sacrifici, oggi come allora. Emanuele e la moglie Luciana, che instancabile lo accompagna in questa avventura, iniziano a vinificare queste uve antiche, la Biancolella in particolare, su questo territorio aspro e per nulla agevole, dove tutto necessita di sudore e non solo per le temperature che si raggiungono in piena estate. L’incontro successivo con Vincenzo Mercurio, terminata la collaborazione con De Simone, segnerà la svolta per le Antiche Cantine Migliaccio e per la viticultura ponzese. Una nuova alba, forse in realtà la prima nel mondo vitivinicolo, per questa piccola realtà sopravvissuta grazie alla volontà, alla caparbietà, all’amore e alla passione di persone come Emanuele e Luciana. Il lavoro viene portato avanti con la volontà di preservare ciò che deve essere preservato, migliorandolo e correggendolo laddove se ne ravvisi la necessità, ma certamente senza per questo mettere in atto un’operazione di completo stravolgimento dei sistemi di allevamento, dei vitigni coltivati e delle tecniche di vinificazione.

In fondo, e ci sembra quasi inutile dirlo, se la viticultura su questa isola impervia e difficile è giunta fino a noi da così lontano e nonostante tutto, conservando piante di oltre 200 anni, qualcosa questi rustici contadini delle loro vigne dovevano averlo ben capito.

De Toni Marta · Cod. Fisc. DTNMRT79C51L157Y
Via Madonna delle grazie, 8 | 36015 Schio (VI) Italy

Privacy Policy · Cookie Policy

© 2025 Francamente Vini. All Rights Reserved.
un altro sito Overprint | Siti Internet Vicenza