
Il Vigneto
I vigneti dei soci della Cave Mont Blanc sono al 90-95% su piede franco, ma abbiamo deciso di prendere come rappresentativo un vigneto di particolare valore storico. La sua costruzione risale al 1856 come conferma, non solo l’iscrizione presente sull’architrave della porta di ingresso di un piccola cave ricavata sotto le rocce presenti nel vigneto, ma anche un documento ritrovato da due soci della Cave nel corso di una ricerca che sviluppasse una narrazione a ritroso dei proprietari del vigneto.
Si tratta di un atto di proprietà del Regno di Sicilia dove, per la prima volta, appare il nome Le Piagne. Il nome Le Piagne potrebbe derivare da “Planche”, i piccoli fazzoletti di terra ottenuti dai terrazzamenti, oppure da “Pia de La Montagne”, che significa piede della montagna. Verrà acquistato dalla Cave nel 2007 e nel 2015 verranno iniziati i lavori di restauro che ci hanno riconsegnato un esempio mirabile di quanto la bellezza possa svilupparsi quando l’uomo si rapporta in maniera armonica alla natura che lo circonda. La struttura è tra le più belle che si possano incontrare, monumentale e motivo di grande orgoglio per la Cave, nonché di tutti i Morgeassins.
La Storia
La storia della Cave Mont Blanc è certamente una storia di cooperazione e di collaborazione. Su questo non vi è nessun dubbio, la stessa esistenza della Cave garantisce l’esistenza dei viticoltori e, viceversa, i viticoltori garantiscono la sopravvivenza della Cave, insieme preservano il territorio e le tradizioni. Ma questa storia si è potuta scrivere grazie anche al coraggio di alcuni uomini chiave: il parroco di Morgex Bougeat, il primo presidente della Cave Mauro Jaccod, l’enologo Gianluca Telloli.
Tutti questi uomini sono stati importanti, per non dire fondamentali, per la Cave Mont Blanc; uomini con una visione ma anche con un legame fortissimo con le tradizioni di questa terra. Nicolas Bovard dimostra di avere lo stesso sguardo. L’anno che vede ufficialmente la nascita della Cave è il 1983, sorta dal raggruppamento delle varie associazioni di viticoltori che, sulla scorta della tradizione e della abitudine nelle comunità montane di lavorare in cooperazione, si erano create dopo il grande lavoro fatto dal parroco Bougeat.
Oggi la cooperativa ha raggiunto gli 80 soci e coltiva direttamente 4 ettari di vigneto, incrementando il numero di bottiglie prodotte fino alle attuali 140.000, risultato di una incessante opera per la salvaguardia di territorio e tradizioni ma mantenendosi sempre all’avanguardia e punto di riferimento. Numerose le sperimentazioni che riguardano questa cantina: la prima spumantizzazione di Prie Blanc risale al 1983; la creazione di quello che possiamo definire un vero capolavoro enologico qual è lo Chaudelune; la spumantizzazione in quota nella cantina più alta d’Europa con la realizzazione di un laboratorio a 2173 m dove il vino viene trasportato dopo la prima vinificazione per studiare l’effetto dell’altitudine sui processi rifermentativi. Radici nel passato e tralci nel futuro, come altro descrivere metaforicamente questa realtà.